https://www.amazon.it/dp/1709462477/ref=sr_1_4?qid=1574367412&refinements=p_27%3AAlberto+Forti&s=books&sr=1-4
Circa sei milioni di anni fa i primi ominidi, nostri progenitori,
vivevano nelle foreste pluviali dell’Africa
orientale.
La loro conformazione fisica, con tratti simili alle
scimmie antropomorfe, era caratterizzata dagli arti superiori
più lunghi rispetto a quelli inferiori, da un bacino
più stretto del nostro, un cervello più piccolo, si spostavano
sugli alberi in sospensione, e quando scendevano,
traslocavano per brevi tratti in quadrupedia.
Sugli alberi trovavano rifugio da possibili aggressioni da
parte di animali feroci; sui rami il cibo, costituito da
frutti, era abbondante, sufficiente per tutto il gruppo. In
seguito a drastici cambiamenti climatici le foreste si ridussero
sempre più, lasciando il posto a vasti territori
aperti.
La carenza e il conseguente bisogno di cibo, indusse gli
ominidi (tribù degli homininae), a cercare nuove risposte
per l’approvvigionamento: la soluzione era scendere
dagli alberi ed esplorare i vasti spazi, alla ricerca di radici,
bacche, o di quant’altro fosse commestibile, pena la
morte per fame. L’erba alta, non consentiva loro di poter
vedere l’orizzonte e decidere dove andare, in quale direzione
cercare il cibo desiderato.
L’impulso fu quello di erigersi in piedi (non solo per
l’erba alta), barcollando su due arti per poche decine di
metri, per poi ritornare in posizione quadrupede per riposarsi,
e una volta ripristinate le energie, alzarsi nuovamente
e ripartire in cammino.
Lentamente (milioni di anni), il loro corpo iniziò a modificarsi:
le lunghe braccia si ridussero, le gambe allungarono,
il bacino diventò più grande, l'osso iliaco meno
alto e più orientato in fuori, anche la colonna vertebrale
iniziò a modificarsi: le vertebre lombari aumentarono di
numero e si delinearono le curvature.
La ricerca di soddisfacimento di un bisogno primario
(fame), con tutto ciò che questo comportava, fu, molto
probabilmente, la molla che indusse a camminare in
piedi e a selezionare e affermare questa modalità di locomozione
per poter continuare a vivere. Le difficoltà
imposte dall’adattamento all’ambiente ostile erano molteplici:
bisognava sfuggire alle belve feroci, oppure
combatterle.
Occorreva guadare un fiume per poter proseguire il
cammino, iniziando i primi approcci natatori, scalare
una montagna, trasportare una preda in un rifugio sicuro
per poterla mangiare, spostarsi in equilibrio, correre, saltare,
lanciare un sasso o un bastone per colpire un animale,
insomma bisognava possedere delle capacità e
abilità motorie tali per cui solo quelli dotati risultavano
vincenti dal punto di vista della sopravvivenza e conseguentemente
dal punto di vista evolutivo. Solo i più forti
riuscivano ad andare avanti, la selezione naturale era
implacabile, non faceva sconti e non riservava pietà.
Ecco che il corpo, con i suoi organi, lentamente andò incontro
a trasformazioni fondamentali, rese necessarie
dalle attività vitali che gli venivano richieste. La spalla
divenne struttura capace di funzioni motorie come il
lancio, il trasporto, la sospensione, l’appoggio, modificandosi
e conformandosi intrinsecamente per assolvere
a tali funzioni. In buona sostanza se oggi noi disponiamo
della nostra spalla, fatta così come conosciamo, è
grazie agli adattamenti all’ambiente a cui i nostri progenitori
sono andati incontro per poter risolvere i problemi
di sopravvivenza in un ambiente mutevole e ostile.
La spalla è l’esempio di un organo che si è specializzato
per far fronte a nuove esigenze motorie, ma trasformazioni
analoghe hanno interessato tutto il nostro corpo,
che oggi è diventato quella macchina biologica che ci
caratterizza. La specie “uomo” è capace di movimenti
naturali che sono stati necessari agli ominidi per soprav-
vivere in un ambiente che richiedeva loro la pratica di
quelli che oggi chiamiamo schemi motori di base e che
Hébert classificava nelle dieci famiglie di movimento
(camminare, correre, saltare, quadrupedie, lanciare,
equilibri, lottare, arrampicarsi, trasportare e nuotare).
Questi sono gli esercizi della nostra specie, in linea
con la nostra natura, e dalla natura essi sono stati selezionati.
La pratica di questi esercizi mantiene in noi
la forza e la salute. Come il pesce nuota e gli uccelli
volano, l’uomo è conformato e possiede le potenzialità
per praticare le dieci famiglie di movimento, e tutte gli
sono necessarie per conseguire e mantenere la buona salute,
ovvero un’efficienza fisica ottimale per poter vivere
una vita in pienezza, efficienza, autonomia e libertà.
Questo è stato ed è il progetto motorio di base che la natura
ha predisposto per l’uomo ed è da qui che bisogna
partire o ripartire per un’educazione fisica razionale, fatta
di movimenti naturali, in linea con la nostra evoluzione
biologica. Per quanto ci sforziamo di alterare
l’ambiente che ci circonda, per quanto le comodità abbiano
preso il sopravvento nel nostro stile di vita, per
quanto abbiamo deciso di ridurre ai minimi termini ogni
forma di fatica fisica e mentale nelle nostre attività, bisogna
sempre ricordarci che la nostra macchina biologica
è soggetta alle leggi della natura, e non possiamo andare
contro a ciò che ci ha determinato.
Sono le difficoltà a renderci forti. Pena ogni sorta di
malattie che in ogni epoca ci hanno afflitto, le cui cause
sono imputabili all’allontanamento ad un distacco dalle
proprie radici. E’ chiaro che la molla, la motivazione,
che spingeva gli ominidi a camminare, correre, lanciare
ecc. era la fame, la sete, la difesa personale ecc. e oggi
che la soluzione a tali problemi l’abbiamo trovata e non
abbiamo più l’esigenza di arrampicare un albero per
mangiare un frutto, correre per sfuggire da un predatore,
guadare un fiume per esplorare l’altra sponda in cerca di
cibo, resistere al freddo o al caldo ecc. abbiamo ancora
il bisogno di praticare gli esercizi tipici della nostra specie,
e abbiamo soprattutto il dovere di ritornare in sintonia
con la natura, osservandone le leggi, e porre fine alla
sua deturpazione. Ancora oggi è valida questa legge
universale, già citata da Emilio Baumann in Meccanica
Umana, del 1882:
“La comodità, cioè la nessuna necessità di esercizio,
produce l’incapacità, perché è ormai un
assioma acquisito dalla scienza, che se occorre
l’organo per avere la funzione, occorre la funzione
per conservare l’organo”.
Se i ragazzi odierni, non sanno più arrampicare, stare in
equilibrio, nuotare, saltare, lottare per difendersi, correre,
lanciare ecc. è da qui che bisogna ripartire, sono que-
ste attività che devono tornare centrali nel processo educativo,
è la Ginnastica classica con i suoi grandi e piccoli
attrezzi che bisogna tornare a conoscere e praticare,
non tutte quelle attività che sono state inventate
dall’uomo, per fare spettacolo, quattrini, per divertirsi, e
che non sono state selezionate dalla natura, che non
hanno determinato la forma e struttura del nostro corpo.
Altrimenti significa che abbiamo perso il filo... figuriamoci
se gli ominidi si sono evoluti giocando a ping
pong, a pallavolo, o stando tutto il giorno seduti davanti
ad uno schermo ecc. Questi concetti sono stati esposti, a
più riprese e in forma differente, da Rousseau, Guts Muths,
Emilio Baumann, George Hébert, Adriano Lenzi, e
da tutti quelli che hanno capito il senso della Ginnastica
e dell'Educazione Fisica, e che hanno e hanno avuto a
cuore il benessere sociale. E' giusto che esista lo sport,
ma bisogna ricordarci che esso rappresenta quello che il
dolce rappresenta per l'alimentazione; e l'intelligenza, il
buon senso, sconsigliano di alimentarci esclusivamente
di dolci, pagheremmo un prezzo davvero alto in termini
di salute. Ma tutto ciò non si capisce, o non conviene
capirlo.
E allora ci meravigliamo, per esempio, di come sia stato
possibile che tante persone siano morte nel naufragio
della Costa Concordia, avendo potuto vedere quanto vicino
agli scogli si fosse incagliata la nave. Nessuna me-
raviglia: oggi è diventato normale non possedere un'efficienza
fisica ottimale, non possedere coraggio, presenza
di spirito, capacità decisionali immediate, competenze
motorie tali per cui si dovrebbe avere esperienza di
un salto da notevole altezza, o calarsi con una corda, o
nuotare in acqua fonda e fredda, di notte. Capacità di
salvarsi o salvare gli altri.
Oggi è normale mangiare o bere anche quando non si ha
fame e sete, ripararsi eccessivamente dal freddo e dal
caldo, rifuggire dalla fatica rifugiandosi nella comodità
e nella pigrizia, riposarsi quando non si è stanchi, fumare
o avvelenarsi l'organismo con sostanze diverse per
placare le nostre insicurezze, paure, fragilità o per noia.
E' normale pensare che le medicine rappresentino la soluzione
ad ogni tipo di male, che la prevenzione abbia
un prezzo troppo elevato... oggi, che il tasso di mortalità
si è abbassato ma è aumentato a dismisura quello di
morbilità, è normale fiaccare sempre più il sistema sanitario
nazionale.
Abbiamo smarrito la strada maestra, abbiamo perso il filo
conduttore con la nostra natura, siamo completamente
fuori strada, in corsa su un binario morto.
Siamo ancora in tempo per invertire la rotta? (da Educazione Fisica e sport: il grande inganno).
A proposito degli esercizi di equilibrio così scriveva Baumann: "Non si riesce nei medesimi se non si conserva l'animo tranquillo, e lo spirito molto attento; e la tranquillità dell'animo e l'attenzione sono tra i bisogni più grandi della civiltà moderna, la quale ci affanna e ci turbina intorno con tale quantità di cure e di angustie, da produrre quella sovraeccitazione nervosa di cui la generazione attuale così estesamente e profondamente soffre".
Alberto Forti nato il 24-11-1967 a Prato.
Dottore in scienze e tecniche dello sport e delle attività motorie preventive ed adattate (laurea magistrale conseguita presso la facoltà di chirurgia e medicina di Firenze).
Docente di Educazione Fisica (diploma di laurea ISEF) abilitato all'insegnamento per la scuola secondaria di primo e secondo grado (diploma di specializzazione SSIS).
Professore di Scienze Motorie e sportive di ruolo all'Istituto tecnico commerciale "A.Capitini" di Agliana (PT).
Maestro di Ginnastica diplomato all'Istituto Duchenne di Firenze.
Socio della Società Italiana di Educazione Fisica (SIEF).
Allenatore di Karate, cintura nera, diplomato FESIK
Istruttore di nuoto F.I.N. con brevetto di 2°livello
Assistente bagnanti F.I.N. con brevetto M.I.P.
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L’Educazione Fisica è l’applicazione pratica delle norme igieniche. (E.Baumann)
La Ginnastica è la scienza che studia l’esercizio fisico, gli effetti che con esso si possono produrre sull’organismo umano, e che ha per fine il conseguimento ed il mantenimento della buona salute. (Da Girolamo Mercuriale, modificata)
L’Esercizio Fisico è un atto motorio voluto e precisato. (E. Baumann)
LA FABBRICA DEL MAL DI SCHIENA: in questo video vengono mostrati esercizi di mobilità articolare e di allungamento muscolo- tendineo che fanno parte del repertorio di qualsiasi insegnante di ginnastica, professore di Educazione Fisica (in questo caso diseducazione fisica), istruttore sportivo ecc. Questi esercizi li vedo fare ovunque. Rappresentano una vera e propria fabbrica del mal di schiena, ovvero creano le premesse, a lungo andare, di processi patologici gravi della colonna vertebrale. Quest'ultimo concetto sarà bene spiegato nell'ultima parte del video dal Prof. Marco Pecchioli, Medico Ortopedico. GRAZIE alla SIEF per la paternità del video che ho modificato, nella scansione temporale, per le mie esigenze didattiche.
Le verità dei libri di scienze motorie…I libri della vergogna…
Quando una persona legge un libro di testo scolastico, si aspetta di trovare al suo interno delle verità inconfutabili, delle certezze assolute, delle linee guida per orientare le scelte di vita dei ragazzi. Si, sarebbe bello. Magari nel mondo che vorrei…
Nel mondo reale mi capitano tra le mani testi di scienze motorie, adottati da un collegio di docenti, che sembrano scritti da solenni ignoranti. Eppure questi somari scrivono e vendono, e i loro libri sono adottati. Chi studia (o dovrebbe farlo), su tali testi, impara queste bugie, diventando a sua volta un solenne ignorante. Allora mi sembra opportuno ribadire il concetto che le cose scritte su carta stampata, e che vengono diffuse nelle scuole, andrebbero meglio vagliate, quantomeno criticate e messe alla gogna. Pena: la diffusione dell’ignoranza, che già regna sovrana…
Veniamo al punto. Il libro che mi è capitato tra le mani stamani è: “Nuovo Sportivamente”. Gli autori, bravissimi, Del Nista, Parker, Tasselli. Casa editrice D’Anna.
Il paragrafo incriminato: L’Educazione Fisica in Italia: l’Ottocento e il Novecento.
Al nono rigo: “l’attività di promozione della ginnastica in Italia fu proseguita da Eugen Baumann, allievo di Obermann, medico e insegnante di ginnastica. Egli era convinto che l’educazione fisica si dovesse fondare su metodologie pedagogiche, igienico biologiche, psicologiche. Tuttavia il suo metodo attribuiva ancora grande importanza all’attenzione, alla disciplina, e all’obbedienza degli allievi e si basava su pesanti e monotoni esercizi premilitari”.
Allora:
Il Dott. Baumann si chiamava Emilio, e qui subito grave errore da parte di chi ha la pretesa di narrare la storia. Se un insegnante di lettere attribuisse il nome di Federico a Leopardi, forse qualcuno se ne accorgerebbe.
Quando i bravissimi autori affermano che: “tuttavia il suo metodo attribuiva ancora grande importanza all’attenzione, disciplina e obbedienza”, sembrano, con quel tuttavia, attribuire una valenza negativa alle citate qualità morali. Questo, oltre alla squalifica di storici, gli squalifica anche come educatori.
Continuano e concludono affermando che la ginnastica del Baumann si basava su pesanti e monotoni esercizi premilitari. A questo proposito, devo dire che questi bravissimi autori, non conoscono nemmeno il nome di Baumann, figuriamoci la ginnastica che insegnava… Figuriamoci se loro l’hanno mai provata o insegnata. Però ne parlano, e ne scrivono… male.
Nel paragrafo fare sport ieri e oggi, definiscono lo sport come “qualsiasi attività di movimento e divertimento” (nella sua accezione generale). Bene. Non conoscono nemmeno la distinzione tra SPORT ed EDUCAZIONE FISICA, contribuendo a far passare e perpetuare il concetto sballato che queste due attività rappresentino la stessa cosa. Stessa zuppa. Grazie a questo tipo di idee si consolida il CONI, i finanziamenti pubblici che riceve ogni anno dallo stato (411 milioni di euro), si consolida l’idea che lo sport faccia bene, che sia PER TUTTI, e che debba essere promosso in ogni sede. Soldi al CONI! Niente soldi per le palestre scolastiche! Nella provincia di Pistoia abbiamo palestre inagibili, quindi chiuse agli studenti, palestre che non ci sono fisicamente, palestre sovraffollate di classi, dove più che svolgere Educazione Fisica si svolge un pandemonio, male attrezzate e in degrado.
Scrivete, scrivete, piace anche a me.
La vera emergenza nazionale
"La vera emergenza nazionale è l’educazione. Non essere gravemente allarmati e non fare nulla per risolverla vuol dire condannare il nostro Paese ad una sempre maggior involuzione economica
e sociale. Che adulti, che cittadini, che lavoratori saranno infatti i ragazzi di queste generazioni abbandonate alla complessità dei tempi senza che sia stato loro fornito il sostegno dei fondamenti? Sono stati cresciuti con il mito della facilità,
del tirare a campare, ma la vita, ad un certo punto, per la sua stessa natura pretenderà qualcosa da loro e gli eventi stessi inevitabilmente li porranno davanti a delle realtà
che di facile non avranno nulla. Allora, forse, rimpiangeranno di non avere avuto insegnanti capaci di prepararli, di educarli".
"Tutto il nostro sistema educativo non è altro che una grande Caporetto.
Agli insegnanti validi — e ce ne sono tanti — viene pressoché impedito di fare il loro lavoro, anche per l’aureo principio, tipicamente italiano, per cui un eccellente ombreggia i mediocri che non vogliono essere messi in discussione
nella loro quieta sopravvivenza". (Susanna Tamaro)
Mario Lega
23.07.2022 21:23
Buonasera Dott. Forti, desidero incontrarla allo scopo di ampliare l'argomento "Baumann" avendo ritrovato nei seminterrati di una Fondazione Artistica Bolognese con la quale collaboro, attrezzi Bauman
alberto forti
26.07.2022 11:05
mi può contattare al 3384061967
Sheila
23.10.2020 23:26
Sto cercando centro su Lucca dove si utilizzano le tecniche ID o un qlcs che si avvicini, potete aiutarmi?Ho problemi di lombosciatalgia che nessuno riesce a risolvere,colpi della strega 1v al mese
Maurizio Fochi
06.09.2019 09:12
Ho letto quanto da Lei scritto sulla straordinaria opera di Emilio Baumann, ma Lui è stato fondamentale anche per la creazione della Federazione dei Vigili Italiani. Possiamo comunicare nel merito?
Giorgio
25.10.2018 09:43
vorrei prendere un caffè con il Prof. Forti. sono insegnante di educazione fisica e lavoro nell.I.C. Poliziano di Firenze. Ho comprato il libro (professionale) e vorrei approfondire alcuni aspetti.
Silvia
17.05.2017 15:52
Salve,
ho trovato interessante il libro da Lei pubblicato Teoria e pratica dell'asse di equilibrio Baumann. Volevo sapere se era in vendita?
Grazie
Claudio
26.11.2016 14:29
Visto la quasi totale mancanza di auto controllo e capacità di organizzazione di queste nuove generazioni di allievi, sarebbe bene riportare in auge le tecniche del Baumann.Altro che stigmatizzare
Laura
09.11.2013 14:15
GRANDE PROF!!!
alberto
09.11.2013 21:31
Grazie!
Ultimi commenti
07.10 | 06:18
La Federazione di Ginnastica viene fondata nel 1869 a Venezia, tra il 15 e il 18 (19) marzo. La sigla è FGI, Federazione Ginnastica Italian. Baumann è tra i pochi iscritti, ma non è presente.
26.07 | 11:05
mi può contattare al 3384061967
23.07 | 21:23
Buonasera Dott. Forti, desidero incontrarla allo scopo di ampliare l'argomento "Baumann" avendo ritrovato nei seminterrati di una Fondazione Artistica Bolognese con la quale collaboro, attrezzi Bauman
23.11 | 18:54
Grande prof!!!